Questa è l’Italia: esportazioni in crescita del 7,4%, la più alta mai registrata dal 2011. Un risultato importante che premia l’impegno di quanti ogni giorno s’impegnano per far crescere il nostro Paese. La migliore risposta a chi vuole ergere muri e frontiere.
Complessivamente, rispetto al 2016, nel 2017 sono in crescita sia le esportazioni (+7,4% in valore e +3,1% in volume) sia le importazioni (+9,0% in valore e +2,6% in volume).
L’espansione dell’export è da ascrivere a entrambe le aree di sbocco: +8,2% per i paesi extra Ue e +6,7% per i paesi Ue. L’avanzo commerciale raggiunge i 47,5 miliardi (+81,0 miliardi al netto dell’energia). Lo rileva l’Istat. Nel 2017, rispetto ai principali mercato di sbocco si rileva la crescita delle esportazioni verso Spagna (+10,2%), Stati Uniti (+9,8%), Svizzera (+8,7%), e in misura minore, Germania (+6,0%) e Francia (+4,9%). Si segnala inoltre la forte crescita nell’anno delle vendite verso Cina (+22,2%) e Russia (+19,3%). Nel 2017, tra i settori che contribuiscono in misura più rilevante all’incremento dell’export, sono in evidenza articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+16,0%), autoveicoli (+11,3%), sostanze e prodotti chimici (+9,0%), metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+8,7%), prodotti alimentari, bevande e tabacco (+7,5%). Si segnala anche la crescita delle vendite di prodotti delle altre attivita’ manifatturiere (+5,7%) e macchine e apparecchi n.c.a. (+5,4%).Per Ernesto Carbone, parlamentare Pd, “i dati dell’export sono un segnale importante circa la vitalità del nostro sistema di imprese. Le riforme messe in campo e i provvedimenti voluti dai governi PD hanno rivitalizzato il nostro tessuto produttivo. Certo di fronte a questi dati fa rabbrividire sentire Salvini parlare a caso di dazi o vedere Berlusconi rifarsi vivo con le stesse ricette che ci hanno portato ad avere lo spread a 600 punti.
Il PD e l’unica forza in grado di continuare a far crescere la nostra economia. Per quanto riguarda i 5 Stelle è inutile porsi la domanda visto che sono per la decrescita felice. A loro non interessa se e come migliorare le condizioni di vita degli italiani. Peraltro anche volendo sono talmente presi dalla questione rimborsi da non avere il tempo per dedicarsi ad altro”.
“Oggi l’Istat segnala la crescita al top delle esportazioni italiane con un +7,4% nel 2017, che tradotto significa un avanzo commerciale di 47,5 miliardi di euro, il secondo valore più alto dal 1991. Dati che raccontano le nostre imprese, chi lavora e produce benessere, che hanno beneficiato delle riforme dei nostri governi. Altro che i dazi di Salvini, con lui il Nord e l’Italia intera sarebbero perduti”. Lo dice il senatore del Pd Franco Mirabelli, candidato dem in Lombardia per il Senato.
“Nel 2017 il bilancio tra import ed export registra un più 7,4%, con un avanzo commerciale pari a 47,5 miliardi di euro. Dopo il Pil e l’occupazione, è un altro dato positivo sullo stato di salute della nostra economia, che è cresciuta grazie alle riforme volute fortemente dal Pd. Che fine farebbero questi risultati con le ricette di Salvini, che oltre a portare l’Italia fuori dall’Ue vorrebbe anche ripristinare i dazi?”. Lo ha detto la senatrice del Pd Nicoletta Favero, candidata per il Senato in Piemonte.
“Con un export in crescita del 7,4% e un avanzo commerciale di 47,5mld nel 2017, l’Italia dimostra la grande competitività delle sue eccellenze manifatturiere e agroalimentari nel mondo. In questi anni abbiamo accompagnato le aziende italiane con opportunità di internazionalizzazione e spinta all’innovazione; i risultati stanno arrivando.” Lo dichiara la responsabile Lavoro del Pd, Chiara Gribaudo.
“Serve però molta attenzione e chiarezza nel Paese: chi in questa campagna elettorale propone di reintrodurre dazi commerciali o di uscire dall’euro e dall’Unione Europea, mette a rischio il quadro regolatorio e le vie commerciali che permettono al Made in Italy di essere così forte nel mondo. Serve tutelare i nostri prodotti attraverso garanzie per i marchi, controlli su origine e lavorazione italiana dei prodotti: su questo ci siamo impegnati in questi anni, ma tornare ad un protezionismo miope e sciovinista mette a rischio milioni di posti di lavoro.”